Testo di Earth Forgets To Cry
Oooooooh
She held us when we couldn’t stand
Fed the roots beneath our hands
We danced on oceans, drank her skies
Never stopped to hear her cries
We carved our names in every shore
Took and took and asked for more
Built our cities, lit the flame
And never once we asked her name
But she remembers every touch
The quiet love, the gentle hush
Now every breeze is laced with pain
A whisper lost in acid rain
Do you hear her, calling slow?
In every crack, in melting snow
The air we breathe, the ground we tread
She’s bleeding out, we look ahead
We found new gods in glass and gold
And left her heart out in the cold
A mother wrapped in dust and stone
Still sings to us, but sings alone
And if the stars forget her face
We’ll drift forever, out of place
No second Earth to make it right
No lullaby to end the night
Do you hear her, calling slow?
In every crack, in melting snow
The air we breathe, the ground we tread
She’s bleeding out, we look ahead
One final dawn, one final light
A silent scream into the night
We had her love, we let it die
Now even Earth forgets to cry
🎵 Significato del Brano
"Earth Forgets To Cry" di Fra è una potente elegia per il nostro pianeta, un grido d'allarme mascherato da nenia malinconica. La canzone personifica la Terra come una madre generosa e sofferente, sfruttata e dimenticata dall'umanità.
Le prime strofe dipingono un quadro idilliaco del rapporto iniziale: la Terra ci sostiene ("She held us when we couldn’t stand"), ci nutre ("Fed the roots beneath our hands") e ci permette di prosperare ("We danced on oceans, drank her skies"). Tuttavia, questa armonia è immediatamente infranta dalla nostra ingratitudine e avidità ("Never stopped to hear her cries"). L'immagine del "danzare sugli oceani" e "bere i suoi cieli" suggerisce un'appropriazione sconsiderata delle risorse naturali, senza alcuna considerazione per le conseguenze.
La seconda strofa amplifica questo tema, evidenziando la nostra incessante sete di più ("Took and took and asked for more") e la nostra ossessione per il progresso materiale ("Built our cities, lit the flame") a scapito della connessione con la natura. Il verso "And never once we asked her name" è particolarmente incisivo, indicando una profonda mancanza di rispetto e comprensione nei confronti del pianeta che ci ospita.
La strofa centrale segna un punto di svolta. La Terra, pur sofferente, ricorda ancora i momenti di "quiet love" e "gentle hush", suggerendo che la speranza di una riconciliazione non è del tutto persa. Tuttavia, la realtà è cruda: "Now every breeze is laced with pain, A whisper lost in acid rain." L'inquinamento e il degrado ambientale hanno trasformato anche gli elementi più vitali, come l'aria e l'acqua, in veicoli di sofferenza.
Il ritornello ("Do you hear her, calling slow?") è un invito urgente all'ascolto, a prestare attenzione ai segnali di sofferenza che la Terra ci invia attraverso i fenomeni naturali sempre più estremi ("In every crack, in melting snow"). L'immagine della Terra che "bleeds out" mentre noi "look ahead" è un'accusa diretta alla nostra miopia e alla nostra incapacità di affrontare la crisi ambientale.
Le strofe successive denunciano la nostra idolatria di "new gods in glass and gold," simboli del consumismo e della ricchezza materiale, che ci hanno allontanato dalla connessione spirituale con la natura. La Terra, abbandonata e "wrapped in dust and stone," continua a cantare, ma la sua voce è inascoltata.
Il finale è apocalittico. Se anche "the stars forget her face," simbolo della memoria cosmica e della continuità, saremo destinati a una deriva eterna ("We’ll drift forever, out of place"). L'assenza di una "second Earth" e di una "lullaby to end the night" sottolinea l'irreversibilità della nostra distruzione e la perdita definitiva della pace e dell'armonia. La frase finale, "Now even Earth forgets to cry," è la più tragica di tutte, suggerendo che la sofferenza della Terra ha raggiunto un punto tale da averle prosciugato anche le lacrime, lasciando solo un silenzio assordante.
In sintesi, "Earth Forgets To Cry" è un'opera che denuncia l'avidità umana, l'indifferenza verso la natura e le conseguenze devastanti del nostro sfruttamento del pianeta. La canzone è un appello disperato all'azione, un promemoria che la nostra sopravvivenza è intrinsecamente legata alla salute della Terra e che la sua sofferenza, alla fine, diventerà anche la nostra. Lo stile musicale di Fra, che spesso combina elementi folk, pop ed elettronici, contribuisce a creare un'atmosfera di struggente bellezza e di profonda angoscia, amplificando l'impatto emotivo del messaggio.